Speed Date - Locali a Milano, incontri per single
Cultura, valori, stili di vita e comportamenti dei Single che affollano i locali di Speed Date a Milano
La seconda domanda che ci si pone riguarda la scelta metodologica. L’utilità dello strumento dell’osservazione partecipante nell’analisi dell’ “appuntamento lampo” deriva principalmente da tre elementi: la novità del fenomeno e la sua chiusura rispetto a sguardi esterni e il fatto che appartenga ad una subcultura, che è quella urbana dei Singles. Il primo elemento è legato alla necessità di un’indagine esplorativa dove non si sa bene, a priori, che cosa si vuole osservare ma è importante essere aperti a tutte le indicazioni che emergeranno dall'evoluzione dinamica della situazione. Oltre ad essere un’attività innovativa, quella del Dating, non è facilmente osservabile perché si svolge al riparo da sguardi esterni e, in un certo senso, ha un carattere settario tipico dei club privé. Questo secondo elemento sarà legato nel mio percorso ad iniziali difficoltà di accesso risolte grazie al mio mediatore culturale Giuseppe Gambardella, responsabile e organizzatore dell’agenzia Speeddate.it. Il terzo elemento riguarda la marginalità sociale dell’evento che non si può certo definire di massa. Esso è misurato su un target che è quello dei singles metropolitani. La loro cultura e il loro stile di vita presentano certamente aspetti del mainstream, pur mantenendo una loro specificità. La subcultura costituisce un sistema di atteggiamenti, valori, stili di vita e modelli di comportamento propri di un gruppo sociale differenziato dalla cultura dominante, ma ad essa in qualche forma collegato.
Osservazione della subcultura dei Singles nei locali di Milano
Anche se la tecnica dell’osservazione partecipante emerge come strumento privilegiato per lo studio di tribù primitive, è grande la sua utilità per studiare tribù più vicine. In particolare il metodo è già stato valutato come particolarmente adeguato per studiare le subculture delle tribù urbane. Detto questo, bisogna comunque specificare che l’osservazione non avrà come oggetto una vera comunità perché potranno essere osservati solo gruppi sociali temporanei: le tribù in questione si creano e si disfano in concomitanza con gli incontri serali di dating e, anche se si trovano spesso degli habitués, le riunioni non sono mai le stesse. Quello che ho osservato sono quindi più che altro dei “raggruppamenti (gatherings), vale a dire occasioni sociali in cui sono semplicemente presenti due o più individui indipendentemente dal fatto che costituiscano oppure no un gruppo sociale” (Goffman 1969 cit. in Mora: 1994, 98). La mia partecipazione agli eventi è stata semi-dissimulata dato che i miei obiettivi sono stati resi noti al mio gatekeeper e ai membri dell’organizzazione. L’essere umano infatti se sa di essere osservato si comporta diversamente rispetto alle sue abitudini. Sicuramente voglio sottolineare che la pretesa di osservare come si comporta la gente quando non è osservata non potrà mai essere soddisfatta del tutto nell’ ambiente studiato: molte persone che partecipano ad un evento di questo tipo si sentono presumibilmente sempre sotto esame e i loro comportamenti subiscono modifiche dovute ad una sorta di ”ansia da prestazione”. In un certo senso, adottando una prospettiva di analisi drammaturgica, possiamo dire che i giocatori si trovano sempre sul palcoscenico e agiscono come “affaticati fabbricanti di impressioni” (Goffman: 1969, 288). Ma parlare di comportamento spontaneo o costruito non ha senso se concordiamo con l’approccio ontologico e gnoseologico del paradigma comunicativo, per cui la realtà è un prodotto contingente degli incontri sociali. L’oggetto della nostra osservazione sarà sempre frutto di una costruzione.
"La produzione culturale delle Relazioni di coppia", di Silvia Salvador.