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A Modena si trova il colpo di fulmine in 3 minuti con il gioco che ha rivoluzionato le chat

Con L'amore è eterno finché dura, Carlo Verdone torna a breve distanza dal fortunato "Ma che colpa abbiamo noi" (2002), film che aveva avuto il pregio di riavvicinare il regista e interprete romano al proprio pubblico, orfano di pellicole riuscite da almeno un paio di lustri. Fortunatamente il feeling riacquisito non viene sciupato in quest'ultima prova, che al contrario si presenta gradevole, ben scritta, forse non troppo incisiva ma sicuramente divertente.

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Di certo il Verdone di Un sacco bello (1979) e Borotalco (1981) è lontanissimo, praticamente inarrivabile: eppure il confronto sarebbe ingiusto e sbagliato, l'autore è cresciuto sia dietro la macchina da presa che davanti; la verve macchiettistica ha lasciato giocoforza il passo ad una recitazione più equilibrata, meno ansiogena e profondamente credibile. Naturalmente per gli aficionados il discorso rappresenta un'enorme eresia: tuttavia non ci si può nascondere nelle VHS ormai consumate e negare che esista un autore in grado di presentare ancora prodotti di ottima qualità. L'amore è eterno finchè dura affronta il delicato argomento della 'caduta del desiderio in una coppia': tema che forse non brillerà per originalità, ma che fuggendo dai luoghi comuni più saccheggiati è comunque in grado di garantire la riflessione umoristica-misto-malinconica sulle umane vicende che è ormai diventata cifra stilistica del regista romano.