Speed Date - annunci personali Roma, messaggi e incontri

"200 secondi per piacersi": a Roma i single mettono via gli annunci personali e si affidano agli incontri live 

Speed Dating è il racconto di una nostra giornalista che ha partecipato a una serata per single

Come vestirsi per una serata di speed dating? Il problema è notevole, ma lo superiamo presto. Decidiamo di andare esattamente come siamo ("non vorrai mica che pensino che ci siamo tirate!", commenta una delle mie inseparabili), e ci troviamo nel locale carino ma piuttosto fuorimano di Milano, dove è organizzata una serata per anni 23-38 (accanto ci sono i 35-50, ma quelli non ci riguardano). C'è fermento al banco di registrazione. Paghiamo i 20 euro a testa per le donne (i maschi pagano 25) e ci viene consegnata una scheda prestampata con delle caselle: "sì" e "no". Insieme c'è un foglietto con la "speedetichetta" (ovvero il bon ton dello speed dating), in cui si ricordano le elementari forme di cortesia che impongono di aspettare che l'altro abbia cambiato di posto prima di scrivere la vostra valutazione, spegnere il cellulare, non fumare. Per il drink (compreso nei 20 euro) c'è una lunga coda, accanto a banconi con cibo un po' anemico. Nessuna di noi mangia. Poi veniamo chiamate ai tavoli. Io, Manuela e Selvaggia, due carissime amiche che ho trascinato con me E ci troviamo sedute fianco a fianco, in formazione Charlie's Angels. Davanti a noi tre ragazzi con lo sguardo perso, ognuno con il proprio numero appiccicato sul maglione. Finchè non viene dato il "via" nessuno quasi osa parlarsi. Come se avessimo paura di perdere dei punti. Poi il gioco parte e cominciamo a interagire. La situazione è lievemente imbarazzante, ma noi tre partiamo in tromba. Nessuna si è preparata delle domande, anche perchè non ci vuole molto ad occupare 200 secondi. "Cosa fai?", è il rompighiaccio preferito. Il mio dirimpettaio fa l'operaio, non fa mai vacanze e cerca "una brava ragazza". Poi arriva un impiegato di un'azienda farmaceutica, poi un orefice, che guarda con occhio clinico i miei "bijoux" ("se quello fosse vero - mi dice - potresti comprarti il locale!"). Poi un bancario, un designer d'interni (ma non mi convince), un magazziniere, un doppiatore e così via. Ragazzi simpatici, a volte impacciati, cortesi, seri, ben educati. Molti sono alla loro seconda o terza esperienza di speed dating. Alcuni sembrano un po' dei disperati. E appena uno si alza bisogna dargli il voto. SI, potrebbe interessare; no, nemmeno dipinto. Ed è quasi più il tempo che si passa a riempire schede e schedine che a parlare. Da dove vieni? Come ti sembra la serata? Cosa fai nel tempo libero? Sono sempre le stesse domande, ma c'è modo e modo di rispondere. Di belli, ma proprio belli ce ne sono pochissimi. La maggioranza è comunque passabile. Tutti sono galanti, fioccano i complimenti, c'è chi si è preparato tutto il discorsetto e lo recita in fretta per starci dentro nei 3 minuti di conversazione. C'è chi ci prova subito e mi invita ad un aperitivo, ad una cena: "Se fossimo in un posto diverso, soli tu ed io". "Cambio!", arriva l'urlo dal microfono, inesorabile ogni 200 secondi, e in certi casi è davvero liberatorio. Ciao io sono Luigi, numero 7, io sono Francesco, numero 15, io sono Michelangelo, ho perso il numero ma sono 28 o 29. Dopo una decina di incontri c'è una pausa. Io la uso male, chiacchierando con le amiche mentre il "break" è fondamentale per andare in bagno e rifocillarsi. Tutte ce ne pentiremo dopo. Passano cinque minuti e si riparte, con altri 15 candidati. Alla fine, crollano le barriere e la stanchezza si fa sentire. Sono tante 25 persone e ripetere le stesse cose annoia. Ma la situazione è comunque divertente e alla fine il nostro gruppetto si confonta note e votazioni. Inizialmente impietose, accanto ad alcuni nomi abbiamo scritto "Topo Gigio", "Mascellone", "Mano sudata" addirittura, in un caso, un urlo: "Aaaaarghh!". Ma gli organizzatori ci implorano di essere generose e allora riconvertiamo in positivo alcuni dati incerti, totalizzando una media, magnanima, di 6 o 7 sì su un totale di 25 maschietti. Nel giro di 48 ore dovremmo sapere come siamo andate noi!

 

Quotidiano Nazionale, dicembre 2004. Di Deborah Sonetti.

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